Federico Cafiero
Nato a Riposto (CT) il 24.5.1914, è morto a Napoli il 7.5.1980.
Compìgli studi universitari a Napoli,dove si laureò con lode nel 1939.
Vinta una borsa di studio, seguì a Roma un corso di perfezionamento presso l'appena fondato Istituto Nazionale di Alta Matematica, assistendo alle lezioni di Fantappiè, Picone, Severi e Toneà. Nell'anno accademico 1940-41 aveva ottenuto l'incarico di insegnamento per il corso di Elementi di Matematica presso la Facoltà di Scienze statistiche di Roma, ma gli eventi bellici interruppero dopo poco mesi la sua attività didattica e scientifica fino al 1944.
Rientrato a Napoli, fu assistente di Analisi e collaborò con Renato Caccioppoli e Carlo Miranda. Nel 1951 ottenne la Docenza in e due anni dopo risultò primo ternato del concorso alla cattedra di Analisi presso l'Uruversità di Catania. In questa città rimase fino al 1956 quando, grazie all'opera di rinnovamento della mateniatica pisana operata da Sandro Faedo, fu chiamato a succedere a Pisa a Franco Cecioni. Vi restò fino al 1959: fu docente anche della Scuola Normale, Direttore dell'Istituto Matematico e membro del Consiglio Direttivo del Centro Studi Calcolatrici Elettroniche. Nel 1959,alla tragica scomparsa di Caccioppoli toccò proprio a lui, che ne era stato allievo prediletto, il compito di succedergli sulla cattedra napoletana. E a Napoli la sua città d'adozione, restò fino alla morte divenendo punto di riferimento per numerosi matematici formatisi in tutto o in parte alla sua scuola (Luigi Albano, Ugo Barbuti, Antonio Chffi, Paolo De Lucia, Nicola Fedele, Renato Fiorenza, Francesco Guglielmino, Giuseppe Pulvirenti, Giuseppe Santagati e Antonio Zitarosa).
Nella sua opera scientifica si possono distinguere tre temi principali: le equazioni differenziali ordinarie, la teoria fine delle funzioni di variabile reale (e la sua applicazione ai fondamenti della teoria delle funzioni di variabile complessa), la teoria della misura e dell'integrazione che è la parte della sua opera per la quale egli è più conosciuto. Secondo lo stile tradizionale legato ai nomi di Fréchet, Nikodym, Carathéodory e Saks, egli si occupò quasi esdusivamente di misure intese come funzioni additive d'insieme e prevalentemente di misure in un insieme astratto (senza trascurare il caso di uno spazio topologico), riuscendo a dire cose nuove pur in questo contesto già ristretto e sostanzialmente classico. Particolarmente efficaci due sue monografie sull'argomento (del 1953 e del 1959) in cui egli esponeva
statisticamente quali il prolungamento delle misure, l'uniforme additività ed il passaggio sotto il segno d'integrale.
Membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione dal 1966 al 1978 e del CUN dal 1978 alla morte, tra i suoi meriti istituzionali, oltre a un'appassionata partecipazione ai problemi della riforma dell'Università, va segnalata l'iniziativa di fondare (con Zitarosa ) una collana di agili ``Quaderni'' di Analisi presso l'editore Liguori di Napoli.
Necr.: Bollettino U.M.I, S. V, vol. XVIII-A (1981), n. 2, pp. 347-355 (G.Letta).
Nastasi, Lettera Pristem, 6