Ermanno Marchionna
Era nato a Castel di Sangro (AQ) il 16 novembre 1921; è morto a Milano il 2 dicembre 1993.
Dopo aver frequentato le scuole superiori a Bergamo, conseguendo nello stesso anno (1940) l'abilitazione magistrale e la Maturità scientifica, si era laureato in Matematica a Milano nel 1944, discutendo una tesi in Geometria sotto la guida di Oscar Chisini, di cui fu caro e stimato allievo. Fu dal 1945 al 1956 assistente di Geometria al Politecnico di Milano. Libero docente in Geometria algebrica dal 1954, fu nominato nel 1956 professore str'aordinaiio di Geometria nefl'Università di Ferrara e nello stesso anno in quella di Torino, dove nel 1963 fu professore ordinario di Istituzioni di Geometria superiore. Passato al Politecnico di Milano vi restò fino al 1970 quando si trasferì sulla cattedra di Geometria e poi di Istituzioni di Geometria superiore dell'Università di Milano.
I suoi 80 lavori riguardano principalmente la Geometria algebrica, soprattutto nei suoi aspetti proiettivi. Già dagli esordi si cimentò con questioni centrali per questa disciplina, come prova il gruppo di studi imperniati sulle varietà di diramazione e quello dedicato al problema di Riemann-Roch. La rilevanza di questo secondo tema e l'interesse per la trattazione puramente geometrica che egli ne diede sono testimoniati dall'apprezzamento espresso da Francesco Severi quando volle che questo contributo apparisse in una corposa appendice al suo fondamentale trattato dei 1959.
Sucessivamente trasferì alle varietà normali questa soluzione del problema di Riemann-Roch per varietà non singolari, anche appoggiandosi a certe relazioni, da lui stabilite nel corso degli anni '60, che intercorrono fra gli indici di irregolarità di un divisore. La rilevanza di tali legami appare evidente se si considera che - almeno a livello dimensionale - essi non sono altro che la controparte geometrico-algebrica di celebri risultati stabiliti da Cartan (teoremi A e B) e da Serre (teorema di dualità) in ambito analitico che, all'incirca in quegli anni, quest'ultimo aveva portato in un contesto algebrico più astratto.
Altre sue ricerche sono dedicate alle varietà prive di forme olomorfe di certi gradi, all'esistenza di modelli proiettivi più volte di prima specie e a questioni d'intersezione completa; tutte tematiche classiche che, affrontate con strumenti algebricogeometrici, egli avrebbe più tardi ripreso con le tecniche più aggiornate basate su metodi topologicotrascendenti.
Proprio questo suo amore per gli aspetti più classici della tradizione geometrica italiana lo condusse a giocare un ruolo detenninante per le scelte culturali di una generazione di studiosi, quella che dalla fine della guerra fino a tutti gli anni '60 dovette lottare - all'interno della comunità matematica italiana - contro un profondo scetticismo nei confronti della Geometria algebrica e dei suoi metodi più classici.
Fu docente attento in modo particolare ai costanti sviluppi della matematica: consapevole dell'importanza dei processo di aritmetizzazione della matematica e dei movimenti astratti, portò nei corsi tenuti a Torino e a Milano elementi di Algebra astratta e Topologia anticipando un atteggiamento che ormai è prassi per molti corsi universitari.
La sua forte carica organizzativa si espresse in importanti Convegni, Corsi C.I.M.E. e conferenze: fra gli altri, il Convegno internazionale di Geometria a Torino nel 1961, il corso C.I.M.E. di Geometria algebrica a Varenna nel 1969 (con la partecipazione di Zariski, Seshadri, Mumford, Seidenberg, Scott ecc.), il Convegno internazionale di Geometria algebrica a Milano nel 1971 e il Convegno di Geometria a Gargnano nel 1987.
Era socio nazionale dell'Accademia dei Lincei e dell'Accademia delle Scienze di Torino, membro effettivo dell'Istituto Lombardo e socio corrispondente della Société Royale des Sciences de Liège.
Necr.: Atti dell'accademia delle scienze di Torino, vol. 129 1995 (A. Conte).
m.p.
(a cura di P. Nastasi), in Lettera matematica Pristem, 17