Salvatore PINCHERLE

(1853-1936)


Nacque a Trieste l'I I - 2 - i 853 e morì a Bologna il 19 - 7 - 1936.
Dopo gli studi medi compiuti in Francia, nel 1869 s'iscrisse all'Università di Pisa ove si laureò nel 1874. Insegnò per alcuni anni nel Liceo di Pavia ma già nel 1877-78, grazie ad una borsa di studio attribuitagli, poté passare un anno a Berlino, sotto Weierstrass, che fu veramente decisivo per la futura carriera del P., che, tornato in Italia, fu inizialmente apprezzato soprattutto come divulgatore dell'allora nuova teoria delle funzioni analitiche secondo Weierstrass, di cui fu subito capita l'importanza. Vinse così nel 1880, appena ventisettenne, il concorso per la cattedra di Calcolo infinitesimale all'Università di Palermo e l'anno dopo fu chiamato a Bologna ove sempre rimase, fino al collocamento a riposo, per limiti d'età, nel 1928.
Il nome del P. resta legato, assieme a quello di Volterra, alla fondazione di uno dei più importanti capitoli della matematica moderna: l'analisi funzionale. Però il P. - restando troppo fedele allo schema della teoria delle funzioni analitiche secondo Weierstrass - passò accanto, senza approfondirli, ai problemi più interessanti del nuovo ramo di analisi, di cui considerò prevalentemente degli aspetti meno fecondi. Comunque, egli fu fra i primi a studiare approfonditamente l'importantissima trasformazione di Laplace che, se non avesse già un nome, potrebbe con buon fondamento chiamarsi trasformazione di Pincherle.
Sia per la sua attività scientifica diretta sia per la sua cinquantennale attività didattica, la redazione di numero@l trattati, ecc. il P. appartiene di buon diritto a quella élite di matematici italiani che, nella seconda metà del secolo scorso, realizzarono il miracolo di portare, in pochi anni, l'Italia dalla coda all'avanguardia della matematica mondiale.
Pur alieno da cariche che potessero distogliere dalla scuola e dalla scienza, il P. fu il fondatore (1922) e il primo presidente dell'Unione Matematica Italiana e, nel 1928, presiedé autorevolmente il Congresso Internazionale dei Matematici a Bologna, contribuendo efficacemente a ridare a tali periodici congressi quel carattere genuinamente internazionale che avevano perduto per le conseguenze della prima guerra mondiale (1914-18).
Fu socio dell'Accademia nazionale dei Lincei e di altre accademie, fra cui la Bayerische Akad. che nel 1933 gli mandò ancora, per merito di 0. Perron, un caloroso messaggio in occasione del suo 80mo compleanno. L'Ist. matem. di Bologna è a lui intitolato.

Necr.: Annali di Matematica (4) 16 (1937), 1-21 (U. Amaldi); Ann. Scuola Norm. Sup. Pisa (2) 6 (1937), 1-10 (L. Tonelli), ecc.

Opere: a cura dell'UMI, 2 voll. (Roma, 1954).

Tricomi, 1962