Corrado SEGRE

(1863-1924)

ritratto


Nacque a Saluzzo (Cuneo) il 20 - 8 - 1863 e morì a Torino il 18 - 5 - 1924.
Si laureò in matematica nel 1883 nell'Università di Torino, in cui si svolse l'intera sua carriera, prima (1883-'88) come assistente di E. D'Ovidio e di G. Bruno, poi, a partire dal 1888, come professore di Geometria superiore.
L'opera di C. S., come scienziato e come Maestro, è parte viva e integrante di quel rigoglioso sviluppo delle discipline geometriche, che si è affermato in Italia, dalla metà del secolo scorso in poi, con un poderoso crescendo, e sorpassando di gran lunga, in taluni campi, i contributi di ogni altro paese (G. Fano).
L'opera personale del S. si è esplicata principalmente nella geometria proiettiva degli iperspazi e nella prima fase della geometria algebrica: quella sulle curve, nonché nei primi sviluppi della geometria proiettivo-differenziale. Tuttavia, per quanto importanti siano stati i suoi personali contributi a queste teorie, ancora più notevole fu la sua diuturna, impareggiabile opera di Maestro che, per oltre un trentennio, si estese ben oltre Torino e gli assicurò un'universalmente riconosciuta posizione di caposcuola della geometria italiana, i cui maggiori cultori, anche del periodo successivo (Castelnuovo, Enriques, Severi, ...), furono tutti, direttamente o indirettamente, suoi allievi.
Il nome del S. resta legato all'invariante (birazionale) di Zeuthen-Segre delle superfici algebriche e alle tangenti e linee di Segre nella geometria proiettivo-differenziale delle superfici.
Lasciò un centinaio di pubblicazioni fra cui un notevolissimo Articolo sulla geometria pluridimensionale nell'Encyklopädie der mathematischen Wissenschaften e una trentina di quaderni manoscritti (rimasti inediti, tranne uno) rispecchianti i corsi che aveva man mano svolti all'Univ. di Torino.
Socio dell'Accademia nazionale dei Lincei, di quella di Torino e di molte altre ital. e straniere, nel 1898 divise col Volterra il premio reale dei Lincei. Nel 1928 la Facoltà di scienze di Torino appose, su una parete del palazzo universitario di via Po, un ricordo marmoreo di lui (lapide con medaglione) che andò distrutto nei bombardamenti aerei del 1943. Una via di Torino porta il suo nome.

Necr.: Rend. Lincei (5) 331, (1924), 353-359 (G. Castelnuovo); Boll. UMI 6 (1927), 276-289 (H. F. Baker); ecc.

Opere: a cura dell'Un. Mat. Ital. 4 voll (2 pubblicati nel 1961).

Tricomi, 1962