Giovanni SILVA

(1882-1957)


Nacque a Legnago (Verona) il 26 - 3 - 1882 e morì a Padova il 20 - 10 - 1957.
Laureatosi a Padova in matematica nel 1904, dal 1905 al i 908 lavorò alla Stazione astron. di Carloforte e dal 1908 al 1911 fu assistente di Geodesia all'Università di Padova. Nel 1911 entrò in quell'Osservatorio astronomico, dove restò fino al 1921 allorché, in seguito a concorso, divenne professore di Geodesia all'Università di Torino, tenendo per due anni (1923-25) la direzione interinale dell'Osservatorio di Pino Torinese. Dopo la morte dell'Antoniazzi, nel 1926 fu chiamato a dirigere l'Osservatorio di Padova, ove rimase fino al collocamento fuori ruolo nel 1952, dirigendo anche, dopo il ritiro del Soler (1937) l'Ist. di Geodesia dell'Università, che continuò a frequentare sino alla morte.
Fu socio dell'Accademia Naz. dei Lincei, di quella di Torino, ecc.
Il S. fu un astronomo attivo e coscienzioso, che ha lasciata una traccia profonda, specie nel campo dell'astronornia geodetica. In particolare, le sue numerose determinazioni di longitudini italiane e l'accurata discussione delle altrui determinazioni, costituiscono attualmente la base più sicura in questo campo. Si occupò pure molto di misure gravimetriche, sia nella parte teorica sia nella parte sperimentale. Fu fra i primissimi a calcolare un'orbita del pianeta Plutone, scoperto nel 1930, e compié vari altri importanti lavori di astronomia classica, teoria degli strumenti astronomici, teoria degli errori, ecc. Alcune sue ricerche sulle traiettorie dei satelliti rispetto al Sole e dei pianeti rispetto alla Terra, gli diedero occasione di apportare non spregevoli contributi alla geometria differenziale delle curve sghembe. Negli ultimi tempi si occupava attivamente dei lavori preparatori dell'anno geofisico intern. 1957-58, di cui era presidente del Comitato italiano. Si occupò pure attivamente della costruzione della succursale di Asiago dell'Osservatorio di Padova, inaugurata nel 1942.
Fu uomo equanime e sereno che, tenendosi il più possibile in disparte, riusc; ad attendere quasi indisturbato ai suoi studi prediletti nonostante i tempi calamitosi in cui si trovò a vivere.

Necr.: Rend. Lincei (8) 25 (19581), 626-637 (F. Zagar); Atti Acc. Sci. Torino 92 (1957-58), 675-683 (G. Cecchini); ecc.

Tricomi, 1962